Negli ultimi anni, il livello degli oneri finanziari necessari al crollo economico si è sempre più ridotto.
Al tempo stesso, è aumentato il livello di fragilità, infatti:
- Per fare scoppiare la bolla del NASDAQ nel 2000 ci sono voluti tassi dei fondi FED del 6,5%.
- Nel 2008 è bastato un valore leggermente inferiore (5,25%) per fare scoppiare la bolla immobiliare.
- Nel 2018, il tasso dei fondi FED è salito a solo il 2,5%, ma è bastato per far vacillare l’economia e i mercati.
In molti sostengono che la situazione economica attuale sia migliore del 2018, ma non è assolutamente così.
Nel 2018, con l’inflazione molto più contenuta di ora, la FED ha potuto tornare accomodante per scongiurare una dolorosa crisi.
È ridicolo che oggi la Fed parli di un “atterraggio morbido” per l’economia durante questo ciclo di stretta monetaria, nonostante lo scenario economico sia peggiore rispetto a quattro anni fa.
Com’è ovvio, anche Wall Street diffonde e sostiene il mito dell’atterraggio morbido.
Tuttavia, ci sono molte differenze tra oggi e il 2018.
In primo luogo, la crescita del PIL nel 2018 era piuttosto buona, con un incremento del +2,9% per l’intero anno.
La crescita nel 2022 è arrivata a un tasso del -1,6% per il primo trimestre, -0,6% per il secondo trimestre e le stime di consenso per il terzo trimestre sono inferiori all’1%.
In sostanza, l’economia è molto più debole oggi rispetto al 2018.
In più, nonostante la carneficina a cui abbiamo assistito quest’anno nel mercato azionario, la valutazione delle azioni rispetto all’economia sottostante è ancora maggiore oggi rispetto a 4 anni fa.
La capitalizzazione di mercato/PIL era del 123% a fine 2018; oggi si attesta addirittura al 145%.


In molti affermano che oggi l’economia sia meglio predisposta a tollerare i tassi di interesse in aumento.
Tuttavia, il debito totale degli Stati Uniti era al 775% del PIL nel 2018.
Nel 2022 è salito all’810%, molto più elevato rispetto al passato.


Il debito delle famiglie era di 15,6 trilioni di dollari alla fine del 2018.
Da allora è aumentato di oltre 3 trilioni di dollari.
Sebbene il debito delle famiglie sia sotto ai massimi fissati dalla Grande Recessione del 2008, è ancora più alto di quanto non fosse nel 2018.
Inoltre, è molto maggiore di quanto non fosse prima del massiccio rialzo dei tassi di interesse che fece scoppiare la bolla DOTCOM.


Gli oneri finanziari più elevati per le aziende stanno distruggendo i loro margini e ricavi.
In più, la domanda dei consumatori in forte calo aggiunge ulteriore pressione.
Ci sono ottime probabilità che gli utili aziendali finiranno addirittura per registrare un negativo.
Ma di questo si dimenticano di parlare i classici investitori della domenica, fissi nell’idea che I’S&P500 salirà all’infinito.
L’economia e i mercati non sono mai stati così fragili.
Pertanto, l’imminente crollo economico e degli utili dovrebbe essere profondamente acuto.
E se non sai come prepararti, ti farà molto male.
Non serve un team di analisti come il nostro per capirlo.
Basta studiare la storia e analizzare un po’ di dati.
In questo contesto, le certezze degli investitori vanno a farsi benedire e il “investi una quota mensile in ETF e indici” ha del tutto perso il suo senso.
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A presto,
Andrea
Stock Gain
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